Come gestire lo stress nella vita quotidiana ed evitare le ben note conseguenze fisiche e psicologiche? Prima di tutto smettendo di chiamarlo stress. Stress è una parola vuota che rafforza l’idea di un sintomo causato da un nemico esterno. In realtà il nemico è dentro di noi.
Gestire meglio lo stress: che cosa significa?
Diciamolo: credere che lo stress sia un fenomeno da gestire è molto comodo. Ci consente di individuare un nemico, assegnando un unico nome semplificatorio a quello che in realtà è un fenomeno complesso. Sono in ansia, provo angoscia? Sarà lo stress. Eccola lì la soluzione, bella pronta.
Sarebbe bello, ma non è così.
Mi torna in mente la madre di un paziente: era totalmente estasiata dalla visione di uno spettacolo alpino. Nel sole riflesso, vedeva suo figlio venir giù dalla parete di ghiaccio: “Tanto la visione era stupefacente che ne restavo stressata!”
Stress per il figlio sulla parete? O forse in quel momento la donna era in ansia per altro e nel ricordo il sentimento di angoscia si era poi trasferito sull’immagine del figlio diventando un tutt’uno?
La parola stress non significa nulla. Ci permette soltanto di liquidare il problema in fretta e furia per evitare di doverlo affrontare.
Nello stress infatti non c’è nulla da gestire. Piuttosto c’è da capire che siamo bloccati. Non riusciamo a stare meglio, perché non siamo più abituati a utilizzare (davvero) il nostro pensiero.
Come liberarsi dello stress?
A volte leggo annunci molto seducenti. C’é chi propone formule semplici e a effetto: Dieci incontri per gestire meglio lo stress. Resto sempre affascinato da questa manipolazione del linguaggio.
Tutto questo sforzo per non dire una semplice, ma scomoda, verità: lo stress non è altro che ansia.
Ciò che chiamiamo comunemente stress è la manifestazione di un senso di fatica. Significa che stiamo vivendo assecondando le regole di qualcun altro (lavoro, famiglia, banche, amici, doveri vari) in una misura tale da sentirci sopraffatti: non stiamo più badando a noi stessi. Non riusciamo più ad accedere alla nostra soddisfazione individuale.
Freud utilizzava un termine preciso: angoscia. Ne ho già scritto qui.
Angoscia vuol dire che siamo arrivati al punto in cui il non prenderci cura di noi ci sta facendo soffrire. Dove cura significa saper capire che cosa ci soddisfa, che cosa ci rende sereni.
Per capire che cosa ci rende sereni occorre farci carico di noi stessi (magari lasciando andare qualche altro carico) e ripercorrere la nostra storia. Andare a scoprire che cosa non ha funzionato. Dobbiamo rimpossessarci sul serio di noi stessi, concederci libero accesso ai nostri pensieri, senza più tenerli ingabbiati e sotto controllo.
Chiamare stress quella che in realtà è angoscia, è un modo per nascondere la testa sotto il cuscino. Non ci porta da nessuna parte.
Stress: come le parole imprigionano il pensiero
Lo psicoanalista Giacomo Contri ci ha insegnato che parole come stress, emozione, empatia, training bloccano il pensiero nella cosiddetta palude della mediocrità. Ci permettono di svicolare, segnalando il malessere soltanto nella misura in cui implicitamente accettiamo il fatto che non lo risolveremo mai. “Uh… che stress oggi in ufficio!” che in realtà nasconde: “Uh…che angoscia oggi in ufficio!”.
Il pensiero-corpo, che è un tutt’uno, è l’unico ed il più importante capitale che possediamo: dovremmo occuparcene con grande cura.
Per chi vuole approfondire, in questo suo think (rubrica quotidiana on line di psicoanalisi) Giacomo Contri rileva molto bene il problema.
Lo stress non esiste. Esiste la storia della nostra vita
In alcuni ambienti psicologici c’è chi scrive:
“Che vita sarebbe senza lo stress? Non sarebbe vita. Siamo abituati a pensare che sia una patologia, qualcosa di cui liberarsi, qualcosa che di per sé sia dannoso e faccia male. Ma lo stress è quel qualche cosa che mette in moto l’organismo, che ci fa alzare dal divano e reagire (….) si parla di eustress quando lo stress non fa danno, anzi, ci fa funzionare bene e diretti allo scopo. Che cosa differenzia l’eustress dallo stress malvagio?”.
Verrebbe da rispondere subito: non solo lo stress non è una patologia, ma non è certo neanche un impulso positivo. Lo stress è solo una parola accattivante. Nella realtà, lo stress NON ESISTE. Esistono invece i problemi annidati nella nostra storia personale. I blocchi del nostro pensiero. L’incapacità ad agire per il nostro benessere.