Tachicardia, emicrania, nausea, gastrite, dissenteria, formicolii, tremori, giramenti di testa: i sintomi sono messaggeri che cercano di dirti qualcosa.
Ma chi li ha inviati?
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🔵 Che cosa sono i sintomi?
I sintomi sono la spia, il cicalino che ci avverte che qualcosa non funziona come dovrebbe. Dolori al petto, formicolii, giramenti di testa, tachicardia: sono il primo indizio che potremmo avere un problema di ansia.
Che cos’è davvero l’ansia? 🔵
L’ansia é, tecnicamente, la paura del nulla. Non c’é nulla di razionale, nulla di reale. E’ una sensazione di disagio che siamo noi stessi a provocare, riattivando pensieri che non hanno nulla a che vedere con il nostro attuale presente, ma sono piuttosto legati a momenti e percezioni del passato smarrite nella nostra memoria.
🔵 Quando si manifesta l’ansia?
Ad esempio di fronte a una prova difficile. Iniziamo senza volerlo a formulare mentalmente una serie di pronostici disastrosi sull’esito fallimentare della prova stessa (un esame in cui non riusciremo a parlare, un colloquio di lavoro in cui faremo una pessima figura, un’esibizione pubblica in cui nessuno vorrà ascoltarci). ATTENZIONE a quel senza volerlo: contiene la chiave del problema e alcune domande che dovremmo farci: perché siamo indotti a produrre e credere a pensieri che non vogliamo e che ci mettono in difficoltà? Perché non riusciamo a impedirlo? Da chi o da quale convinzione veniamo governati in questo processo?
“Io mi sento in ansia sempre, a prescindere dalla situazione. Come se fossi sempre preoccupata/o e agitata/o”
Si chiama ansia generalizzata ed è ancora più pericolosa, perché non riusciamo a identificarne la ragione oggettiva (ad esempio una prestazione difficile). Ne subiamo però gli effetti fisici spiacevoli, a volte invalidanti (come dolori al petto, formicolii, tremori, pressione alta, giramenti di testa), che non possiamo giustificare razionalmente. Questo può costituire a sua volta un fattore di incremento dell’ansia.
Da dove viene l’ansia? 🔵
L’origine dell’ansia é soggettiva e si nasconde – molto bene – all’interno nella nostra storia. Analizzare la propria storia è l’unica via risolutiva per scovare l’origine del disturbo e neutralizzarlo (o almeno controllarlo) una volta per tutte.
Non é la via più facile, non é la più veloce.
E’ molto di più: é la via giusta.
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🔵 LAVORARE SULLA MIA STORIA:
NON É TROPPO COMPLICATO?
Il disturbo é come un’infiltrazione: per risolverlo non basta asciugare l’acqua, bisogna scovare la falla originaria o l’infiltrazione continuerà a provocare danni.
E’ il motivo per cui molte persone continuano a interrompere e ricominciare terapie per anni. Appena l’acqua si asciuga, tutto sembra risolto, ma è solo un temporaneo sollievo: presto o tardi arriverà il momento in cui sarà necessario ricominciare da capo, dando vita a un loop di illusione e frustrazione che finirà inevitabilmente per produrre scoraggiamento e disillusione, amplificando il problema iniziale.
Lo stesso vale per i farmaci.
Le medicine alterano le percezioni e impediscono di vedere che l’acqua sta gocciolando di nuovo. Ma questo non significa che non stia accadendo.
🔴 VELOCEMENTE e FACILMENTE
ATTENZIONE a queste due parole: sono PERICOLOSE. Veloce e facile, infatti, non significano quasi mai EFFICACE. Purtroppo la maggior parte dei trattamenti punta a risolvere il problema velocemente e facilmente. Perché una soluzione facile e veloce crea dipendenza e si lascia vendere meglio. Sono convinto che ognuno abbia il diritto di scegliere la cura che ritiene migliore per sé, ma esiste un rischio oggettivo da tenere presente: il rischio di passare la vita ad andare e venire dallo psicologo in cerca di un temporaneo sollievo.
Lavorare velocemente e facilmente significa lavorare superficialmente.
Se non decidiamo di riparare la falla nelle tubature una volta per tutte, trascorreremo la vita a passare lo straccio tutti i giorni. Per lo meno finché il tetto non ci crollerà definitivamente in testa.
E’ davvero quello che desideri per te? La tua salute non vale di più di uno straccio passato per terra all’infinito?
💚 LE 3 FASI DI UNA TERAPIA VERA:
✔️Vai dallo psicologo
✔️ Risolvi il tuo problema
✔️ Non ci torni mai più
Ecco che cosa dovrebbe fare uno psicologo: renderti libero, sano e indipendente.
Per questo, da oltre 30 anni, ho scelto la PSICOANALISI.
L’approccio psicoanalitico mi consente di accompagnare i miei pazienti verso un benessere REALE e DEFINITIVO, eliminando sintomi e disturbi e scongiurando la dipendenza da farmaci e psicologi.
Non é magia, non é una formula segreta.
Si chiama IMPEGNO.
Un vero e proprio atto d’amore per te stessa/o che ti condurrà a riconquistare la serenità che meriti con l’aiuto di un professionista competente.
“Ma se il mio problema é proprio il fatto che non mi amo?”
Rispondo citando una definizione del mio lavoro che mi piace particolarmente.
Dice cosí:
PSICOANALISI SIGNIFICA IMPARARE A PRENDERSI CURA DI SÉ. IMPARARE A FARLO DA SOLI, SAPENDO DI NON ESSERE SOLI
Ecco che cos’ é la psicoanalisi.
Non é la via più facile, non é la più veloce.
E’ molto di più: é la via giusta.
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COME FUNZIONA LA PSICOANALISI?
Si parte da una realtà fondamentale uguale per tutti:
OGNI ADULTO CONVIVE CON IL BAMBINO CHE E’ STATO
Dietro ogni angoscia, ansia, depressione, fobia, ossessione c’è un bambino non ascoltato, dimenticato, abbandonato. É il bambino che siamo stati che chiede di essere riconosciuto.
Sembra banale, eppure è proprio così: le difficoltà iniziano proprio durante l’infanzia, spesso nel rapporto con i propri genitori o in piccoli traumi, magari considerati di poco conto, che possono rivelarsi determinanti nello sviluppo dei futuri disturbi. Da adulti spesso crediamo che tutto sia cambiato, eppure quel bambino che un tempo non era stato ascoltato, continua a chiedere soddisfazione silenziosamente dentro di noi. A volte ci sentiamo disorientati o non comprendiamo l’origine delle nostre paure, ansie, difficoltà relazionali sul lavoro o con i nostri partner. Dalla nostra capacità di riconoscere e accettare quel bambino inascoltato può dipendere il miglioramento radicale della nostra vita attuale.
[maxbutton id=”1″ url=”https://giancarlogramaglia.com/il-tuo-psicologo-a-torino-ansia” text=”RITROVA IL BAMBINO CHE ERI” ]
Oppure continua a leggere
LA FRASE E’ LO STRUMENTO DEL PENSIERO
Come riconoscere il nostro “bambino”? Parlando. Parlando di sé.
Raccontare la propria storia a un professionista competente significa mettersi nella condizione di farsi guidare passo dopo passo nel riconoscimento dei nostri desideri più autentici o verso la ritrovata consapevolezza delle nostre capacità. La psicoanalisi è una terapia di parola e di ascolto.
RICONOSCERE SE STESSI
È importante, per recuperare la salute, ritrovare il contatto con la propria personale, anche fisica, valutazione di ciò che è la propria soddisfazione. Rimettere al centro ciò che desideriamo, non ciò che ci è stato insegnato a desiderare. Ribaltare le nostre convinzioni su noi stessi, riscrivere il nostro autoracconto. Potremmo inizialmente avvertire confusione durante questo processo, che può anche durare a lungo. Ma ritrovare il proprio vero Sè è una svolta in grado di salvare la vita. Quella svolta è la meta della psicoanalisi.
NON SEI PIU’ SOLO
In psicoanalisi non c’è un dottore che cura un paziente, ma un analizzando che cura se stesso accompagnato da un professionista competente. Psicoanalisi significa imparare a prendersi cura di sé. Imparare a farlo da soli, sapendo di non essere soli.