La sessualità è una dimensione fondamentale dell’essere umano ed è da sempre purtroppo vittima di teorizzazioni errate. Ad esempio, l’istinto sessuale è un modo di pensare in cui non riusciamo a distinguere chiaramente ciò che ci rende soddisfatti e ci costringiamo a pensare errando di essere schiavi di una voglia.
L’organismo umano non possiede un sistema che gli produce piacere.
La pulsione non ci conduce necessariamente a meta, per giungervi, occorre un pensiero ordinato attraverso un lavoro.
Spesso esiste ancora un pensiero sano che può permettere al soggetto di individuare le proprie schiavitù e di correggerle in ragione di un lavoro di riconoscimento che il soggetto (S) fa con un altro (A).
Ciascuno di noi può essere dominato da vizi e virtù solamente perché non li ha ancora individuati come tali: scarto di emissione di pensiero. Tale scarto è la differenza tra ciò che un soggetto pensa e ciò che dice. Se questa differenza è elevata quel signore non sta troppo bene, e se dice: “io penso troppo”, sostiene che il pensiero è un affaticamento. Questo genere di pensieri sono per lo più ripetitivi, sempre uguali, simili a fissazioni.
La guarigione da pensieri malati è la ri-acquisizione di una competenza che si ri-apprende nell’incontro con l’altro.
La legge della non omissione e della non sistematizzazione ce l’ha insegnata Freud, ed è la testimonianza della possibilità di poter ritrovare la salute: “mi dica tutto ciò che le viene in mente senza omettere nulla”.
Il lavoro di soddisfazione produce frutti, che non è un far le scarpe ad un altro. Non omettendo e non sistematizzando si scopre dove vanno le pulsioni, dove sono i propri desideri, non a priori, ciascuno ha i propri. Questo andare a ri-conoscere è il lavoro.
APPROFONDIMENTI:
01/12/2014 L’istinto sessuale e il sesso