La difficoltà di relazione in una coppia significa che c’è poco scambio tra due soggetti, manca il dialogo che spesso diventa un parlare tanto per dire oppure per camuffare il disagio. Per non dire ciò che il soggetto pensa veramente.
Non è un caso l’affermazione: “quei due non si parlano più”. Il parlare è una componente importante della relazione. Occorrerà imparare a mettersi in relazione, a mettersi in gioco : è come imparare dai bambini,se l’adulto possedesse l’umiltà di capire!
Poiché dalla competizione non nasce nulla, non si tratta di vincere l’uno sull’altro né di prevaricare: l’uomo non è un animale governato dall’istinto e nemmeno una macchina governato da una logica.
Freud sottolinea che occorre riconoscere una restrizione all’efficacia dell’analisi la quale non ha il compito di guarire le relazioni morbose, ma piuttosto quello di creare per l’io del malato la possibilità di decidere per una soluzione o per l’altra. Questa restrizione permette di affrontare e riconoscere la possibilità di trasferire il soggetto dall’ordine coatto-imperativo della patologia, a un nuovo ordine definito come libero.
Un uomo costretto dalla soluzione patologica-imperativa non è in grado di usufruire di una relazione di scambio, mentre la persona che riconosce la soluzione normale-normativa può avere la possibilità di decidere se instaurare o meno un rapporto.
La legge sana che governa il soggetto è capace di legislazione universale sia dal punto di vista economico che del diritto senza imporre alcunché, bensì ponendo, cioè esprimendo, dicendo i propri pensieri.
Dal punto di vista economico vale la legge della domanda e dell’offerta, rispettivamente nei posti distinti di Soggetto e Altro, ambedue essendo Soggetti.
Dal punto di vista giuridico vale l’obbligazione con sé stessi nel riconoscimento dell’altro, ovvero: “parla nel modo che ti senti per giudicarti onesto”.
Prendiamo atto della condotta nella soluzione patologica a confronto con quella sana: “Oggi laviamo i panni, vieni a lavare con me, così mi aiuti!”.
Le due figure segnano il tratto dell’obbligazione nella relazione della legge pulsionale: nel discorso c’è obbligazione, che non è né imperativa né categorica, ma -per esempio- di un rapporto di parentela prioritario in cui non è nemmeno più possibile cogliere l’insoddisfazione né la rinuncia. Ancora più efficace del diritto statuale.
Nella legge sana di rapporto si tratta il diritto positivo, cioè posto da atti legislativi costituzionali del soggetto, che sono atti di domanda e di offerta, di rispetto e di onore per ciascuno nella parola, senza esclusione di alcuno a priori.
“Vado a lavare i panni, tu che cosa pensi di fare?”, “Mi piacerebbe parlare con te sulla panchina”.
Non sarà un credere, obbedire e combattere, ma un riconoscere imputando nell’ordinare e lavorare nella soddisfazione con altri.
La perversione mira ad instaurare una legge-sistema secondaria stabile annullando fin dalla radice la norma soggettiva, detta legge primaria.
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